Gita di domenica a Palazzo Chigi: POSTI ESAURITI!

Gita di domenica a Palazzo Chigi: POSTI ESAURITI!

18 Novembre 2010 0 Di puntoacapo

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VISITA GUIDATA A PALAZZO CHIGI, ARICCIA con Mostra BELLEZZA E LUSSO Abiti, manufatti e stoffe antiche dal  “Guardaroba Chigi”

Domenica 21 novembre ore 10.00 Piazza Matteotti, Marino

Posti: max 30 min 15.

Posti disponibili: prenotati: 30

Visto il tempo uggioso (giusto per citare Battisti), e nell’impossibilità di fare entrambe le cose in giornata, abbiamo deciso di modificare il programma della gita. Quindi si andrà solo ad Ariccia a Palazzo Chigi per la mostra BELLEZZA E LUSSO Abiti, manufatti e stoffe antiche dal  “Guardaroba Chigi”, visto che poi finirà il 30 novembre, mentre il Museo dell’Immigrazione rimarrà ancora per un paio di mesi.

La visita sarà di mezza giornata, con mezzi propri e incontro a Piazza Matteotti alle 10.00, quindi senza alzatacce. La visita guidata, prenotata alle 11.00 comprenderà la mostra, di cui trovate qui sotto la descrizione, il Piano Nobile e le Stanze del Cardinale. Quindi un’ottima occasione per chi non ha mai visitato questo magnifico palazzo. Ditelo a parenti ed amici, se il gruppo sarà di più di 15 persone avremo diritto al biglietto ridotto a 5 euro, invece di 9! Ovviamente, però non possiamo essere più di 25, al massimo 30, quindi iscrivetevi prima che potete. Finita la visita tutti a casa, per trascorrere la domenica come meglio volete! Il contributo per l’Associazione è 1 € per i soci e 2 € per i non soci.

Per prenotazioni:

  • con il modulo
  • per telefono: 0693801036 – 0695557480 (anche lasciando il messaggio e i recapiti in segreteria telefonica)
  • via mail: gite@puntoacapo.info

BELLEZZA E LUSSO
Abiti, manufatti e stoffe antiche dal
“Guardaroba Chigi”

La mostra costituisce l’inventario e la catalogazione dei manufatti tessili e vestimentari ritrovati nel Palazzo Chigi di Ariccia, comprensivi di tappezzerie, paliotti, frammenti, ricami, bordure, passamanerie, parati, che saranno esposti per la prima volta in assoluto alla pubblica ammirazione, il tutto ovviamente rapportato ad una significativa presentazione di costumi e abiti alla moda tra ‘700 al ‘900. Sarà possibile ammirare vicino anche i ritratti dei personaggi cui gli abiti sono appartenuti.

Si tratta di un repertorio eterogeneo, avvicendatosi nei secoli, ma con manufatti di altissima qualità. Si affiancano anche opere provenienti da collezioni private: dagli sfarzi e le preziosità del Settecento, ad alcuni abiti “gattopardeschi” che ricordano il film girato nel 1962 da Luchino Visconti nel Palazzo di Ariccia.
Un’esposizione in senso cronologico non sarebbe possibile, poiché sono fragili quanto preziose testimonianze, appartenute ai Chigi e a famiglie aristocratiche che li hanno amorevolmente custoditi per generazioni, dalla prima metà del Seicento ai nostri giorni. Molte di queste “reliquie” sono state ritrovate nelle soffitte, residui di un fasto lontano ed irraggiungibile.
Tra le presenze più spettacolari i guardaroba seicenteschi di Maria Virginia Borghese e del cardinale Flavio Chigi, gli abiti con “cineserie” dell’illuminista Sigismondo Chigi, costumi carnevaleschi di bambini di casa, gli abiti da parata appartenuti a don Ludovico Chigi Gran maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, una serie di livree della servitù. Sono esposti anche parati in stoffa seicenteschi, alcuni di ambito berniniano.

Una mostra presenta non pochi problemi, riguardanti sia l’integrazione che il rispetto dei manufatti originali. Spesso gli abiti vengono alterati nelle linee originarie e subiscono tali trasformazioni nel corso del tempo da divenire irriconoscibili. Frequentissimi infatti i rimaneggiamenti, dovuti alla transitorietà delle mode: maniche staccate, orli che salgono e scendono, cuciture disfatte, pezzi di tessuto inseriti per modellarli alle caratteristiche fisiche dei possessori. Gli abiti ben conservati sono in genere quelli delle occasioni, indossati più raramente e meno soggetti ad usura.
Più fortunati con i documenti disponibili che tradiscono gli intenti economici, ma offrono elementi eccezionali per un glossario temporale e statistiche di frequenza. Trattandosi di un codice trasmesso per immagini, più variabile di quello della comunicazione verbale, quello vestimentario appare spesso legato alle situazioni ed ai luoghi contingenti e non facilmente identificabile. Si può solo ricostruire mediante una fitta rete di corrispondenze aggregabili come tessere di un mosaico vestimentario.
Dai “Libri dei Vestiti”, di carattere amministrativo , dalle “Giustificazioni di Spesa” circostanziali non si ricostruiscono, purtroppo, gli abiti reali, ma “abiti virtuali”, anche se ci aiutano a conoscere i nomi dei personaggi ai quali sono destinati, i sarti le fasi di lavorazione.
Il Guardaroba della Riccia verrà, dunque, presentato come interessante microcosmo vestimentario, intimamente connesso al grande “Contenitore Umano” del Palazzo Chigi ed alla identità continuamente interlocutoria con le grandi Personalità che lo hanno vissuto. La lettura degli aspetti simbolici, araldici, tintori, sarà affiancata da documenti atti a testimoniare l’evoluzione del gusto e a supportare con la memoria il frammentario guardaroba.

Palazzo Chigi

Il palazzo ducale di Ariccia costituisce un esempio unico di dimora barocca rimasta inalterata nel suo contesto ambientale e nel suo arredamento originario, a documentare il fasto di una delle più grandi casate papali italiane: i Chigi, già proprietari dell’omonimo palazzo romano, oggi sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Iniziato nella seconda metà del sedicesimo secolo dalla famiglia dei Savelli, il palazzo fu trasformato su commissione dei Chigi in una fastosa dimora barocca tra il 1664 e il 1672 su un’idea progettuale di Gian Lorenzo Bernini, che si servì della collaborazione del suo giovane allievo Carlo Fontana.
Il palazzo vanta un’importante collezione di dipinti, sculture ed arredi, risalenti prevalentemente al XVII secolo, e provenienti anche da altre dimore di famiglia, tra cui lo stesso palazzo di Roma, venduto allo stato nel 1918.
Forse per le sue caratteristiche spagnoleggianti Luchino Visconti volle ambientare nel palazzo gran parte del suo capolavoro: “Il Gattopardo”, girando tutti gli interni di Donnafugata, comprese le soffitte (1962).
Il palazzo, ceduto a particolari condizioni di favore al Comune di Ariccia il 29 dicembre 1988 dal principe Agostino Chigi Albani della Rovere, è adibito a museo di se stesso e centro di molteplici attività culturali (mostre, concerti, visite guidate, convegni, etc.).