
Tea&Novels: sabato 15 febbraio, stiamocene al caldo, in compagnia a bere un tè e ascoltare una storia…
28 Gennaio 2014Hits: 17
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Torna, dopo il successo del 2012, il nostro appuntamento letterario da salotto. E’ l’occasione, dopo il CHOCOLATE&NOVELS, di gustare insieme tè e pasticcini, in un’atmosfera really English con il TEA&NOVELS. Stavolta, infatti, Sauro Rossini ci leggerà alcuni racconti brevi tratti dal libro ‘La scuola della Signora Leicester’ di Mary Lamb, intramezzati dai sonetti di Shakespeare.
SABATO 15 FEBBRAIO ORE 17,00. Prenotazione obbligatoria! (vedi fine articolo)
Ci immergeremo nell’Inghilterra dell’inizio ‘800, presso un collegio dove delle giovanette inglesi trascorrono le vacanze in raccontando, a turno, delle storie. Il tema è libero, il turno stabilito a sorte, e fluisce «la conversazione biografica» nella cornice degli interventi discreti della maestra senza nome: e sono appunti rapidi, affettuosi, oggettivi, ma sfumati d’ineffabile malinconia. Il fine è il bel garbo nel porgere discorsi, «socializzare», ma anche imparare a trovare un filo morale nelle cose, un indirizzo, un abito.
Singolare la storia dell’autrice MARY LAMB…
Nacque il 3 dicembre 1764. Nel 1796, Mary, che aveva sofferto di un esaurimento per lo sforzo di dover accudire la famiglia, uccise sua madre con un coltello da cucina, e da allora in poi dovette essere tenuta sotto costante sorveglianza.
«Venerdì 23 settembre 1796 Mary Lamb in un eccesso di follia, afferrò un coltello dal tavolo e si avvicinò alla madre. Arrivò il padrone di casa, ma troppo tardi: la scena gli presentava la madre senza vita su una sedia, pugnalata al cuore». A scrivere è Samuel Taylor Coleridge, poeta romantico inglese e carissimo amico di Charles Lamb, ventunenne impiegato con velleità letterarie. La matricida è Mary, sua sorella, dieci anni più vecchia di lui, sarta per necessità. L’assassinio è un momento decisivo nella vita di entrambi: lei si ribella al ruolo che ha subito senza fiatare; lui si ritrova a diventare adulto tutto ad un tratto.
La fortuna di Mary non fu quella di avere un fratello, ma che il fratello avesse sofferto, anche se brevemente, di simili momenti di pazzia. Charles, ricoverato in manicomio prima ancora della sorella, nel 1795, è ben deciso a tenerla lontana dagli orrori che lui stesso ha sperimentato.
Più che di follia si tratta di manie depressive. Ogni sforzo di Charles mira a fare uscire dal manicomio di Islington la sorella là rinchiusa dopo la tragedia. Charles chiede che gli sia affidata, rinunciando a qualsiasi idea di matrimonio e di vita normale. Era giovane e forse non si rendeva conto di cosa abbracciava nel suo desiderio di ripagare quella che per lui era stata madre più che sorella. Giocava in lui la riconoscenza per averlo lei seguito, aiutato nei momenti di depressione. Charles non è un ingrato, ha saldo il legame con la famiglia, riconosce il destino che lo legherà per sempre alla sorella.
Uscita da manicomio, Mary va a vivere con il fratello: è una donna silenziosa che sa ascoltare gli altri. La loro casa è allegra, nonostante tutto, e il ménage li vede assieme a teatro e allo stesso tavolino di lavoro. Soffrono ancora entrambi di depressione: quando le crisi colpiscono Mary lui l’accompagna al manicomio, dove si tratterrà per settimane o a volte per mesi e rimane solo ad aspettare che la crisi passi. Questo è lo schema della loro vita: vita in comune e scrittura in comune. Il 1806 è la data dell’inizio del lavoro svolto assieme a Charles per trasformare in racconti per bambini le opere shakespeariane: Charles si occuperà delle tragedie e Mary delle commedie. Lavora per guadagnare, ma allo stesso tempo si diverte. Il suo nome non appare in copertina: mantiene l’anonimato nascondendosi dietro il fratello e in seguito si troverà uno pseudonimo. Per la critica del tempo Mary non esiste; la critica futura la ignorerà anche quando scoprirà che nei “tales” c’è più lavoro suo che del fratello.
Tales from Shakespeare è ben presto un successo in seguito al quale Mary scriverà una raccolta di racconti: Mrs Leichester’s School. Un ultimo scritto di Mary è un saggio sul cucito, da lei pubblicato nel 1814 sul «British Lady’s Magazine».
Mary continuò a soffrire di attacchi di infermità mentale per tutta la vita. Nonostante queste drammatiche interruzioni, Mary, insieme a suo fratello, fu al centro di un vivace salotto artistico a Londra, che intratteneva molte delle più eminenti figure teatrali e letterarie del tempo. Tra le altre personalità, Coleridge la elogiò per la sensibilità e l’empatiache caratterizzavano i lunghi periodi in cui era libera dai sintomi del disturbo bipolare che combatteva, spesso eroicamente. Sebbene i contemporanei avessero previsto che Mary sarebbe stata la prima a morire, fu Charles che soccombette per primo alle complicazioni di una ferita infetta nel 1834. I biografi hanno notato l’ironia della dipendenza relativamente maggiore di suo fratello da lei e del suo evidente istinto di sopravvivenza, ma dopo la sua morte, ella divenne sempre più fragile, accudita a volte da una famiglia e altre in un ospizio.
LA PRENOTAZIONE E’ OBBLIGATORIA. MASSIMO 24 PERSONE!
Contributo: 8€ non soci, 5€ soci e bambini con meno di 12 anni.
Letture adatte a tutti i tipi di pubblico. I pasticcini serviti con il tè non sono adatti a chi soffre di celiachia.
PER PRENOTARE: MODULO oppure cell. 392 8349631.