
17 e 18 maggio: la Stagione Teatrale chiude alla grande con il teatro del Belli e la Compagnia Teatro Essere
3 Maggio 2014Hits: 48
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Siamo davvero orgogliosi di presentare l’ultimo spettacolo in cartellone quest’anno, un onore non da poco che Tonino Tosto, Sauro Rossini e tutta la Compagnia Gruppo Teatro Essere ci tornano a fare dopo il successo de LE LAVANNARE durante la Sagra dell’Uva.
Stavolta è di scena Gian Gioacchino Belli, il poeta romanesco che raccolse la voce di roma e dei Romani nel 1800. E come è tradizione di Tonino Tosto, il Belli diventa cornice per uno spaccato sulla romanità di un tempo e di oggi nello spettacolo BELLI CE SEMO, che non lascerà spazio tra una risata e l’altra!
I sonetti belliani sono inseriti nelle scene di vita quotidiana del settembre 1835. La paura dell’ epidemia del colera, scoppiata in Francia, arriva anche a Roma. Con un editto si ordinano una novena straordinaria e la sospensione di qualsiasi forma di spettacolo. Roma vive tutto ciò con indolenza e palpitazione. Alle voci del vicoli e e delle piazzette, agli stornelli, accompagnati alla chitarra da Danilo Pace.
Insomma, un tuffo nel passato della Capitale da non perdere, con una compagnia eccezionale che sa accendere sentimenti, emozioni e commozione negli spettatori così come farli ridere e coinvolgerli in un mondo che fu ma che tutti portiamo nel cuore.
Sul palco ci sarà, ovviamente, il nostro SAURO ROSSINI e il mitico TONINO TOSTO, deus ex-machina della Compagnia e nostro grande amico, ma anche l’incantevole Susy Sergiacomo, l’irresistibile Graziella Corruccini e l’immancabile Danilo Pace.
Il primo spettacolo ci sarà SABATO 17 MAGGIO alle ore 20.00.
Il secondo ed ultimo spettacolo ci sarà DOMENICA 18 MAGGIO alle ore 18.00.
Prenotate subito i vostri posti, perché come ormai sapete, non possiamo ospitare più di 30 persone.
Il contributo per la serata è di 7,50€ per i soci e 10,00€ per i non soci.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA tramite MODULO o telefono: 392 8349631.
BELLI CE SEMO COMMEDIA IN SONETTI ROMANI E MUSICHE
Lo spettacolo è dedicato al sommo poeta di Roma Giuseppe Gioachino Belli. I sonetti belliani sono. inseriti nelle scene di vita quotidiana del settembre 1835. La paura dell’epidemia del colera, scoppiata in Francia, arriva anche a Roma. Con un editto si ordinano una novena straordinaria e la sospensione di qualsiasi forma di spettacolo.
Frequentatori di osterie e lavandaie, si improvvisano attori che vogliono rappresentare “la Didona der grande poeta Metastazzio”, ciarlatani, paini, bulli gelosi, che, tra canti stornelli litanie e processioni, sono osservati da un vecchio burattinaio che, dopo il divieto di rappresentazione, vivacchia borbottando contro tutto e tutti e affittando coperte o lampioni da esporre ai balconi o sedie da usare durante le processioni che si moltiplicano come risposta salvifica al morbo.
La vicenda si svolge tra le due domeniche necessarie a concludere la processione, interrotta dalla pioggia, ordinata dal Papa per portare la madonna nera di San Luca da S. Maria Maggiore a S. Pietro.
Si potevo, ce venivo.